Inizia una nuova epoca: ecco a voi le prime case stampate in 3D. La tecnologia si evolve e cambia basandosi sull’impiego di “robot-muratori” e sulla sostituzione delle testine tradizionali con estrusori agganciati a bracci meccanici.
Blocchi, mattoni, componenti: tutto può essere prodotto in sito e poi usato per la costruzione. Ma è possibile anche la posa diretta del perimetro delle pareti strutturali della casa. Diversi i vantaggi: tempi e costi competitivi rispetto all’edilizia tradizionale; uso di materiali riciclati o riciclabili; soprattutto, una migliore qualità dei processi costruttivi. Il risultato sono fabbricati sostenibili e sicuri, personalizzabili nelle forme architettoniche, connotati da involucri continui ad alte prestazioni sia sotto l’aspetto dell’isolamento termo-acustico che della resistenza antisismica.
Qual è la prima casa stampata 3D?
La prima casa davvero abitabile realizzata completamente con questa tecnologia risale alla primavera scorsa ed è stata realizzata ad Austin, in Texas, da Icon ( specializzata in costruzioni robotiche) su progetto dell’organizzazione benefica New Story. La stampante impiegata si chiama Vulcan e realizza i muri tramite una sovrapposizione di strati di cemento. Un doppio muro con intercapedine per realizzare superfici fino a 800 mq.
Con quale azienda vengono costruite?
L’azienda russa Apis Cor, con una stampante 3D ha costruito un’abitazione completa di 37 mq con meno di 10 mila dollari e in meno di 24 ore (durabilità prevista, 175 anni). La casa include una piccola stanza d’ingresso, un bagno, il soggiorno e la cucina. La società ha dichiarato di aver speso solo 10 mila euro per completare la costruzione. Soffitti, muri e pavimenti sono stati stampati con una speciale miscela a base di cemento. Solo gli infissi e la verniciatura non sono stati fatti dalla macchina. Va comunque detto che l’anno scorso in Cina un’altra azienda stampò una casa a due piani in loco, quindi senza trasportare le parti ma costruendole direttamente sulla destinazione finale. Va detto però che i cinesi rispetto a Apis Cor impiegarono 45 giorni e non 24 ore.
E in Italia?
In Italia ci sono ancora ostacoli normativi sull’impiego strutturale di alcune materie, ma i nostri dispositivi possono usare qualsiasi materiale, anche se il progetto punta sull’autosufficienza e sull’approvvigionamento a km zero. Così anche in Italia si stanno facendo passi da gigante. A Massa Lombarda (Ravenna), ha preso vita da poche settimane il prototipo Gaia: la nuova tecnologia Crane Wasp, dell’omonima azienda produttrice di stampanti, si è messa a servizio della sostenibilità. Il modulo è in terra cruda e materiali di scarto della filiera del riso: tutte le componenti sono state implementate grazie alla collaborazione con RiceHouse, startup italiana di Tiziana Monterisi, che ha curato anche il progetto bioclimatico della casa, priva di riscaldamento.
Un esempio in Italia
In Italia i primi a realizzare un prototipo di casa con una stampante 3D sono stati lo studio di architettura CLS insieme ad Italcementi, Arup e Cybe in occasione del Salone del Mobile dello scorso aprile. 3D Housing 05, una struttura di oltre 100 metri quadrati, è stata realizzata in piazza Beccaria, a pochi passi dal Duomo di Milano, in una sola settimana. Creatività, sostenibilità, flessibilità, “affordabilità” e rapidità sono le cinque parole chiave che descrivono il progetto. L’ esterno dell’edificio è una forma morbida e sinuosa che si inserisce con naturalezza nell’architettura della città. La forma organica della casa con il giardino sul tetto, l’orto e gli alberi, permettono un approccio umano, libero.
Non posso che essere orgogliosa di condividere con voi un’evoluzione così importante nel mondo dell’housing.
Che dire?
Ora le aspettiamo anche qui in Italia sempre più numerose.
Sarei interessantissima a realizzare la casa con questa tecnologia, vorrei sapere come avere maggiori informazioni. Grazie distinti saluti.
Ciao grazie per essere passato di qui.
Devi contattare le aziende che ho citato nell’articolo.
Grazie!