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Grazie Sergio Rossi

Diciottesimi in villa, abiti lunghi e tacchi a spillo.

Tu, caro Sergio, mi fai tornare indietro di un decennio quando finite le grandi studiate sui libri del sabato,

mi facevi aprire il mio armadio pieno zeppo di abiti da sera acquistati da Lazzari e da Papà Aldo per poi arrivare da te, nel mio amato reparto scarpe.

Sì indossavo proprio un tuo paio di décollete dal tacco a spillo nero che mi faceva ballare tutta la notte alle feste per poi arrivare a mattina felice e piena di vita come non mai.

Sei sempre stato per me il re delle calzature che ha sempre saputo vedere la donna così femminile e così versatile, forse senza precedenti. Sergio Rossi è venuto a mancare a Cesena, all’età di 85 anni, dopo aver contratto il virus Covid-19.  Nel 1968 fondò il suo brand con il primo paio di scarpe, negli anni è cresciuto fino a diventare uno dei più importanti della Moda italiana nel Calzaturiero e dal 1999 è parte del gruppo Gucci. In tanti lo ricordano, in tanti avrebbero voluto portargli un fiore, forse anch’io. Ho voluto comunque rendergli omaggio inserendo nel mio blog le bellissime parole di Siro Badon, Presidente di Assocalzaturifici, che ha voluto ricordare «il Maestro» come «una pietra miliare della storia del Calzaturiero, un pioniere che ha occupato uno spazio straordinariamente importante nel Novecento italiano dello stile e della Moda».

“Le sue scarpe non erano soltanto belle: erano anche comode, calzabili, tecnicamente perfette.Le sue doti di imprenditore e di eccezionale artigiano gli hanno consentito di imporre il proprio nome nella scena internazionale, trasformandolo in grande marchio, uno dei primi a essere presente con i propri negozi nella grandi città italiane, europee e degli Stati Uniti.Sergio Rossi ha inoltre voluto donare le conoscenze apprese in una vita alle generazioni future, trasmettendole tramite il Cercal, scuola fondata con i suoi compagni d’avventura di San Mauro Pascoli. Sergio Rossi è stato più che un maestro. È stato il Maestro.Con la sua scomparsa, avvenuta venerdì a Cesena, la calzatura italiana ha perso una pietra miliare della propria storia, un pioniere che ha occupato uno spazio straordinariamente importante nel Novecento italiano dello stile e della Moda.Il Maestro ha avuto delle intuizioni straordinarie, costruite attorno alla capacità di realizzare prodotti mai visti prima. Le sue scarpe non erano soltanto belle: erano anche comode, calzabili, tecnicamente perfette. Ha dato alle donne la possibilità di unire l’eleganza con la funzionalità. E inoltre, ponendo al centro il prodotto, ha imposto il proprio nome nella scena internazionale, trasformandolo in grande marchio, uno dei primi a essere presente con i propri negozi nella grandi città italiane, europee e degli Stati Uniti. Basta il nome, appunto: Sergio Rossi.Da molti anni, ormai, il brand Sergio Rossi continua a essere apprezzato nel globo a prescindere dal diretto contributo del fondatore, perché Il Maestro è stato tra i primi a comprendere che il mondo era cambiato e quindi, già nel 1999, aveva accettato l’offerta di Gucci, all’epoca in cui era guidata dal grande Domenico De Sole, cedendo la proprietà dell’azienda, che oggi è in pieno rilancio con il nuovo socio Investindustrial. Ma l’uomo Sergio Rossi non si è mai allontanato dalle scarpe. Ha messo la sua esperienza e il suo prestigio a servizio della famiglia, ispirando l’opera eccezionale concretizzata dal figlio Gianvito, che ne ha raccolto il testimone imponendo con incredibile rapidità il suo nome nel mondo del lusso. E poi, come ha ricordato proprio Gianvito, ha “voluto donare le conoscenze apprese in una vita alle generazioni future, trasmettendole tramite il Cercal, scuola fondata con i suoi compagni d’avventura di San Mauro Pascoli”. Per tutta la comunità sammaurese, Il Maestro ha continuato a essere un punto di riferimento e una presenza costante. Il pensiero mio e di tutto il board di Assocalzaturifici va innanzitutto alla famiglia. Vi sia di conforto, in questo momento così triste, l’eco internazionale che ha avuto la notizia della sua scomparsa, assieme all’omaggio dell’intero sistema moda. Ci sono uomini che, pur essendo scomparsi, in realtà non muoiono mai e continuano a rappresentare un esempio. Il mio auspicio è che l’esempio di Sergio Rossi possa ispirare l’affermazione di tanti nuovi Maestri della scarpa made in Italy. Perché sono certo che la storia del Novecento, il secolo della nostra affermazione internazionale come settore delle calzature, non si è affatto esaurita.
E che, nel ricordo di Sergio Rossi e della sua talentuosa generazione, saremo in grado di emozionare le donne del mondo per tanti altri secoli, semplicemente creando le scarpe che hanno sempre sognato di indossare”.

Siro Badon, Presidente Assocalzaturifici

Ed io aggiungo grazie Sergio Rossi per aver lasciato una bellissima impronta nel Mondo della Moda.

Non ti dimenticheremo.

Ciao Sergio.

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