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Replica 1954: oro e rosa per una borsa gioiello

 

Nel cuore dell’antica bottega di Scandicci, vicino a Firenze, l’artigiano Andrea Calistri, con la collaborazione della moglie Luciana e dei figli Leonardo e Nicolò, lavora con infinita pazienza per creare la borsa dei suoi sogni: sceglie con cura la pelle d’un rosa delicatissimo, la imprime con vecchi stampi per impreziosirla dei magici arabeschi dorati fiorentini poi  taglia, cuce, rifinisce e  completa con una raffinata catenella luccicante… E la meraviglia è bell’è fatta: è nata  REPLICA 1954, incantevole gioiello! Poi con tutto l’orgoglio di chi ha realizzato una creatura stupenda la guarda, l’ammira, l’accarezza e la espone nella vetrina del negozio.  Passa di là una vecchia cliente arrogante e presuntuosa e rimane subito colpita dalla bellezza di REPLICA 1954 che brilla sullo scaffale illuminata dal sorriso dei raggi del sole: la vuole ed esige che l’artigiano gliela venda immediatamente. Butta i soldi sul bancone e pretende che la borsa sia sua, ma Andrea Calistri spiega che è solo un modello, che ne creerà altri, che verranno messi in vendita di lì a pochi giorni. Ma la signora non intende ragione e più l’uno parla e dice più l’altra s’infuria, perde le staffe e maledice anche la borsetta tanto che improvvisamente si scioglie tutto l’oro che l’avvolgeva  e così REPLICA 1954 resta solo rosa e nuda.

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REPLICA 1954 si dispera e scappa dalla bottega e con lei volano via anche i due pavoni, che se ne stavano come prezioso sigillo sul suo cuore. Corre e si rifugia sotto le arcate di Ponte Vecchio: è sola e in lacrime e fissa il suo sguardo sull’Arno che scorre, e di lì a poco capisce che la schiuma, da cui è nata la Dea Venere, le sta parlando e le dice  di andare a cercare l’oro che senz’altro ritroverà e che di nuovo tornerà ad avvolgerla. Va a Milano e in Piazza Duomo sta con il naso in su ad ammirare la meravigliosa Madonnina che affettuosamente  le dona un pezzetto della sua corona di stelle, poi si reca a Venezia e lungo canali, calli e campielli arriva in Piazza San Marco: si ferma a bocca aperta sotto le grandi cupole della Basilica che borbottando la salutano e le inviano un raggio che la riveste e che le suggerisce di dirigersi a Ravenna. Là in mezzo a  tantissime tessere dorate che compongono i magnifici mosaici  s’inebria talmente tanto da capire di aver  ritrovato la sua dimensione originaria e di essere finalmente pronta per il suo rientro a Firenze.

 

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Sulla porta dell’antico laboratorio di Scandicci se ne stanno i due pavoni che tristemente sono in attesa,  così come l’artigiano Andrea Calistri, seduto  sull’ingresso con aria sconsolata. Ma, all’improvviso, ecco gli pare di intravvedere una sagoma  sul cancello del giardino… Si alza, le va incontro, la riconosce, abbraccia la sua gioia, stringe la borsetta sul cuore come un tesoro prezioso tra le feste di Luciana, Leonardo e Nicolò,  mentre i due pavoni si appoggiano felici su REPLICA 1954 come sigillo di infinito amore.

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