Qualche giorno fa scompare la regina dell’Architettura Contemporanea. Il suo nome è Zaha Hadid. E’ una dei pochi architetti che amo, di cui ricordo anche l’espressione del viso, forse perché essendo donna ha subito attratto e incuriosito e mi sono subito documentata in modo approfondito sulla sua vita. Zaha Hadid nasce a Bagdad il 31 ottobre 1950 e scompare a Miami il 31 marzo 2016. La ricordo per i suoi edifici “strani” caratterizzati da forme curve e potenti in strutture allungate con punti di prospettiva multipla e geometria frammentata. Progetti davvero difficili: composizioni su sovrapposizioni, continui aggetti e rientranze, giochi di luci e ombre hanno costituito il suo modo di vedere la spazialità.

ANSA/UFFICIO STAMPA COSMIT
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Ha ricevuto il Premio Pritzker nel 2004 ed è stata la prima donna al mondo ad ottenerlo, e il Premio Stirling nel 2010 e nel 2011. Pensate che nel 2013 lo studio Zaha Hadid Architects vanta un’ équipe di ben 246 architetti, collocandosi al quarantacinquesimo posto nell’elenco dei più importanti studi di Architettura del mondo, secondo BD Insurance Bureau.
I suoi iconici edifici possiedono angolature nascoste e dettagli soprendenti: quelli che mi sono rimasti più impressi sono l’Heydar Aliyev Centre di Baku in Azerbaijan a un condominio extralusso lungo il parco della High Line di Manhattan,


dagli impianti BMW di Lipsia alle stazioni della funicolare di Innsbruck e la Guangzhou Opera House in Cina.




Ma oggi voglio ricordare il MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo, una delle Opere più significative di Zaha Hadid.
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Il progetto di Zaha Hadid, Architetto anglo-irachena, è stato scelto tra 273 candidati provenienti da tutto il mondo, ed è stato il vincitore . La sua proposta ha convinto la giuria per la sua capacità di integrarsi nel tessuto urbano e per la soluzione architettonica innovativa, capace di interpretare le potenzialità della nuova istituzione e di dotarla di una straordinaria sequenza di spazi pubblici.
“L’idea è quella di un campus urbano, in cui la tradizionale nozione di edificio si amplia in una dimensione più vasta, che investe tanto lo spazio della città quanto quello interno, a prevalente destinazione museale. L’articolazione funzionale, strutturata in aree con connotazioni precise, percorsi e zone polivalenti e flessibili, prevede sostanzialmente i due musei – MAXXI Arte e MAXXI Architettura – che ruotano intorno alla grande hall a tutta altezza attraverso la quale si accede ai servizi di accoglienza, alla caffetteria e alla libreria dedicata, ai laboratori didattici, all’auditorium e alle sale per eventi dal vivo e per convegni, alle gallerie dedicate alle esposizioni temporanee e alle collezioni di grafica e fotografia.Il progetto si confronta con il sistema urbano delle caserme, adottandone il profilo contenuto e orizzontale. La circolazione interna confluisce in quella urbana, sovrapponendo più strati di percorsi intrecciati e di spazi aperti alle condizioni specifiche del luogo. Le complessità delle forme, il variare e l’intrecciarsi delle quote determinano una trama spaziale di grande complessità. L’andamento rigato della copertura contiene una memoria degli shed dei capannoni preesistenti. Il percorso pedonale – che all’interno diverrà museale – attraversa il sito seguendo la sagoma arrotondata del museo e scivolando sotto i volumi in aggetto degli edifici. Il progetto sembra alludere alle stratificazioni storiche e archeologiche della città di Roma che si presentano con la metafora dei layers digitali.L’idea progettuale sul piano architettonico presenta un segno deciso che predomina negli spazi all’aria aperta, segnati dai volumi in aggetto, e negli ambienti di accoglienza, poi contraddetto dalla spazialità più sobria delle gallerie destinate a ospitare le collezioni dei due musei. Con differenti gradi di permeabilità, flessibilità e trasparenza, le diverse gallerie sono connotate dal controllo delle condizioni ambientali e di luce. Arte, Architettura e spazi per eventi dal vivo convivono in una sequenza scenografica di suites caratterizzate da un uso modulato e zenitale della luce naturale. Lo spazio non si identifica esclusivamente in un percorso lineare, ma offre una gamma di scelte alternative per far sì che il visitatore non torni mai sui propri passi, godendo di suggestivi scorci panoramici sull’Architettura, le Opere e la città.” da Wikipedia.
I suoi progetti li ho tanto amati tra i banchi universitari, anche se ammetto che avrei voluto conoscerli ancora più da vicino per capire ancora di più il suo pensiero. Senza dubbio è stata la prima donna Architetto che ha scritto una pagina molto importante della Storia dell’Architettura Contemporanea.
Le tue Opere vivranno in eterno, Zaha.
Immagini tratte da web
Che bel post, di grandissimo interesse!
Grazie carissima!
Bravissima!
Grazie cara!
Mi piace architetura moltissimo, e Zaha Hadid fu molto importante – e tanto giovane per lasciare questo mondo… ma non ha lasciato – le sue arte continua, e saro sempre importante! Sono finalmente ritornata dopo un lungo viaggio, adesso posso leggere e commentare piu! Buon fine settimana, un bello omaggio per una importante persona!
DenisesPlanet.com
Grazie Denise
Che meraviglia le sue opere!!! R.I.P.
Kisses, Paola.
Expressyourself
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Grazie Paola,
un abbraccio
una grande professionista, adoro le sue costruzioni!
baci Gina
new post
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Grazie cara!
Tesoro
questo post è bellissimo. Che bella scoperta è stata per me Zaha Hadid
Un bacione
Maggie Dallospedale Fashion diary – Fashion blog
Grazie Maggie